È sospesa fino a nuova comunicazione l'apertura al pubblico del museo diocesano.
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Il Museo diocesano prenestino di arte sacra è stato aperto al pubblico nel maggio del 2005 ed è ubicato in un settore dell’ episcopio, edificio del XVII sec., originariamente sede del primo seminario diocesano, istituito nel 1669 dal Cardinale Antonio Barberini Jr. Dal 1759 il Palazzo è la sede del Vescovo ed ospita anche gli uffici di Curia.
Nelle quattordici sale disposte su due piani al termine di un lungo lavoro di restauro ed allestimento hanno trovato posto ori e argenti, sculture, una sezione archeologica, una dedicata alle epigrafi, la collezione dei paramenti sacri, i dipinti, gli ex voto, gli arredi lignei e bronzei, documenti provenienti dall’Archivio storico, tra cui bolle papali, lettere pastorali e pergamene, ed i libri antichi più preziosi della Biblioteca diocesana.
Assai significativo è il nucleo dell'epigrafia cristiana di IV-V sec: una serie di lastre funerarie provenienti da Quadrelle, luogo in cui Agapito, giovane martire patrono della diocesi, ricevette sepoltura dopo la decapitazione avvenuta il 18 agosto nel 274, sotto l’imperatore Aureliano, e dove sorse una primitiva Basilica per il culto del santo.
Il tesoro della Cattedrale composto di calici, patene, turiboli, ostensori, ex voto, cartegloria, costituisce un consistente nucleo della collezione museale. Notevole il busto reliquiario in argento dorato di sant’Agapito, fatto realizzare nel 1588 dal cardinale Marcantonio Colonna; bello il piatto d'argento del sec. XVI, sbalzato, cesellato e inciso con un’ iscrizione in caratteri gotici; ricchi di rimandi simbolici e ornati di pregevoli decorazioni i calici ottocenteschi.
Tra i reperti archeologici notevole l’Ara delle Vittorie, di età imperiale, con la sua raffinata decorazione, a lungo custodita nell’Aula absidata, ambiente dell’antico foro di Praeneste ed il Sarcofago strigilato con Ade e Persefone.
Nella sala dedicata alle Confraternite viene raccontata, attraverso oggetti e due pregevoli pergamene del 1574 e del 1608, la vita associativa di diverse associazioni, che vantano antiche origini ed una consolidata tradizione a Palestrina; in questa sala c'è anche una pregevole statua in cartapesta colorata della Madonna di Loreto. Un posto di riguardo è stato dato all'Eolo, altorilievo marmoreo, attribuito a Michelangelo Buonarroti, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena in Capranica Prenestina. Un libro miniato e autografico del 1566 dedicato alla Sacra Compagnia della Frusta di Palestrina e al Sacro Monte di Pietà è di notevole fattura.
Tra i dipinti, di grande qualità il quadro della “Madonna del velo” attribuito alla scuola del Perugino, proveniente dalla Chiesa di San Nicola di Bellegra, quello di san Girolamo ed il “san Giuseppe falegname” (1670) di Andrea Ruggeri, entrambi dalla Chiesa di San Nicola di Genazzano. Sono raccolte in due sale al piano superiore interessanti tele di cardinali, che ressero la diocesi prenestina, e ritratti di vari pontefici.
Di particolare valore ed eleganza sono i piviali ed i paramenti liturgici, quasi tutti del sec. XVII, appartenuti ai cardinali vescovi Alessandro de' Medici, Benedetto Giustiniani, Antonio Barberini J. e Alessandro Cybo, degli inizi del 1700 la tunicella viola con lo stemma del cardinale Portocarrero.
Dal 2008 è entrato a far parte della collezione del Museo il quadro attribuito a Michelangelo Merisi da Caravaggio “Decapitazione di Sant’Agapito/San Gennaro”, di proprietà del Fondo Edifici di Culto. Il dipinto fu individuato dal Professore Maurizio Marini nel 1965 nel Convento di Sant’Antonio Abate, dei Padri Carmelitani a Palestrina, trasportato presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Roma fu sottoposto a studi e restauri, l’ultimo nel 2007 sotto la direzione di Claudia Tempesta. Aperta la questione attributiva, che coinvolge i seguaci di Caravaggio, Battistello Caracciolo in particolare.
In collaborazione con gli istituti culturali Archivio e Biblioteca e con gli uffici diocesani, in particolare l’ufficio catechistico, il Museo si muove nel panorama delle iniziative didattiche sul territorio, cercando di essere “segno e promozione culturale, riposo spirituale per quanti, leggendo al di là della materia, cercano Dio nell’uomo e nell’opera delle sue mani”.