PER LA CELEBRAZIONE
La Domenica cosiddetta “delle Palme”, dal punto di vista liturgico e pastorale, va pensata soprattutto come “Domenica della Passione”: è questo il vero centro di attenzione a cui rapportare ogni altro aspetto, iniziativa o tema particolare della giornata. Con questa domenica, infatti, inizia la celebrazione annuale della Pasqua del Signore, che comprende insieme i due aspetti della passione e della risurrezione, messi in risalto rispettivamente dalle due domeniche “di passione” e “di Pasqua”.
Là dove la cosa risulti concretamente possibile, è bene fare la Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme con una vera processione, secondo le indicazioni del Messale; purché detta processione si svolga in clima di autentica preghiera e non scada in puro folclore o mera formalità rituale. In caso contrario, con l’ingresso solenne (Messale, p. 120) si può dare particolare rilievo alla processione d’ingresso del sacerdote e dei ministri, ordinandone il percorso attraverso la navata della chiesa mentre si esegue un canto adatto. Giunto in presbiterio, dopo il saluto alla gente e una breve monizione introduttiva, il sacerdote (o il diacono, se c’è) legge il Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, a cui fa seguito un canto di acclamazione di tutta l’assemblea.
Quanto ai rami d’ulivo, si faccia in modo che... disturbino il meno possibile l’attenzione a Cristo, alla sua passione, alla sua Pasqua. Avendo subìto lungo i secoli parecchie trasformazioni di “senso”, oggi forse il modo migliore di presentarli è quello di proporli alla gente, per un verso come augurio di pace per le loro case, per altro verso come segno-ricordo di Cristo crocifisso e risorto, per tener viva in ogni momento la nostra fede e fiducia in lui; questo richiamo può anche essere fatto alla benedizione solenne (Messale, p. 432).
Per quanto possibile, è bene che i ministri straordinari della comunione portino l’Eucaristia ai malati al termine della celebrazione, accompagnati da qualche familiare o da qualche altro membro della comunità, che porti anche alle persone inferme il ramo d’ulivo come augurio di pace e segno di speranza in Cristo.
La massima cura dovrà essere dedicata alla lettura della passione e al suo armonico collegamento con tutta la celebrazione, a cominciare dagli altri elementi costitutivi della Liturgia della Parola (altre letture, canti, preghiera dei fedeli...). Occorre quindi pensare per tempo alla scelta e alla preparazione dei lettori, nonché al modo concreto di proclamare la passione. Se si ritiene opportuno seguire il sistema classico della lettura “dialogata” a tre voci (cronista, Cristo, altri) si tenga presente che occorrono lettori molto bravi, capaci di “scomparire” dietro il testo e di non richiamare l’attenzione su se stessi, né con sbagli o incertezze, né con dizione piatta e incolore, né con interpretazioni troppo forzate. Un sistema consigliabile può essere il seguente: dividere il testo evangelico in quattro parti (Lc 22,14-38; 22,39-65; 22,66–23,25; 23,26-56).
L’assemblea può rimanere seduta durante la lettura (alzandosi eventualmente per il canto) e ascoltare in piedi solo l’ultima parte della passione, letta preferibilmente dal sacerdote o da un diacono. Per quanto possibile, bisogna condurre i fedeli ad ascoltare il racconto della passione in prospettiva “teologica” e non solo emotiva. A questo scopo è importante in ogni caso una buona presentazione e proclamazione delle prime due letture, facendo notare il rapporto della passione di Gesù con la figura veterotestamentaria del “servo del Signore” e più ancora l’unità del mistero di Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, crocifisso, glorificato (cf 2ª lettura).
COMMEMORAZIONE DELL’INGRESSO DI GESÙ IN GERUSALEMME BENEDIZIONE DEI RAMI
INIZIO
OSANNA AL FIGLIO DI DAVID (M.Bargagna) - RN 60
(Elab. per coro a quattro voci: http://www.psallite.net/download.php?view.1035)
oppure
OSANNA (C. Tuttle) – in Aa. Vv., Dio della mia lode
Oppure
AL SIGNORE CH’ENTRAVA (D. Caifa) – in Psallite: http://www.psallite.net/download.php?view.458
ANTIFONA D’INIZIO
Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d’Israele.
Osanna nell’alto dei cieli. (Mt 21,9)
Il sacerdote saluta i presenti e poi con brevi parole illustra il significato dei
gesti che stanno per compiere e li invita a una partecipazione attiva e consapevole.
Fratelli carissimi,
questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall’inizio della Quaresima.
Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce per essere partecipi della sua risurrezione.
Il sacerdote benedice i rami, che, dopo la processione, saranno portati nelle case come segno di fede.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
benedici @ questi rami (di ulivo),
e concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti il Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Oppure:
Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te,
e concedi a noi tuoi fedeli,
che rechiamo questi rami in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
VANGELO
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Dal vangelo secondo Luca (Lc 19,28-40)
In quel tempo, 28Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. 29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: 30“Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. 31E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno”. 32Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. 33Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: “Perché sciogliete il puledro?”. 34Essi risposero: “Il Signore ne ha bisogno”.
35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. 37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
38“Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!”.
39Alcuni farisei tra la folla gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. 40Ma egli rispose: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”.
Parola del Signore.
PROCESSIONE IN ONORE DI CRISTO RE
Il celebrante, o un altro ministro, può fare un’esortazione con queste parole o con altre simili.
Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme,
che acclamavano Gesù, Re e Signore,
e avviamoci in pace.
A quindi inizio la processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa.
I ministri, i ministranti e i fedeli portano in mano i rami benedetti.
PROCESSIONE VERSO LA CHIESA IN ONORE DI CRISTO RE
PUERI HEBRAEORUM (Liber Cantualis p.95 - RN 59)
oppure
A TE GLORIA (A.Ortolano; RN 56 - AdV 1987-6)
oppure
A TE SIA GLORIA (F.Rainoldi; RN 57 - LD 595)
oppure
POPOLI TUTTI BATTETE LE MANI (J.Gelineau; RN 58 - CdP 106)
Mentre la processione entra in chiesa, si canta il seguente responsorio, o un altro canto che si riferisca all’ingresso del Signore:
Mentre il Cristo entrava nella città santa,
la folla degli Ebrei, preannunziando la risurrezione
del Signore della vita,
agitava rami di palma e acclamava:
Osanna nell’alto dei cieli.
Quando fu annunziato
che Gesù veniva a Gerusalemme,
il popolo uscì per andargli incontro;
agitava rami di palma e acclamava:
Osanna nell’alto dei cieli.
INGRESSO IN CHIESA
SEI GIORNI PRIMA DELLA PASQUA (A.Zorzi) - RN 63
oppure
OSANNA AL FIGLIO DI DAVID (M.Bargagna) - RN 60
(Elab. per coro a quattro voci: http://www.psallite.net/download.php?view.1035)
oppure
OSANNA (C. Tuttle) – in Aa. Vv., Dio della mia lode
oppure
GERUSALEMME (J. P. Lecot)
oppure
GERUSALEMME (D. Machetta)
La processione si conclude con l’orazione (o colletta) della Messa; si tralasciano quindi i riti di introduzione. La Messa prosegue poi con la Liturgia della Parola.
CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA
[ANTIFONA D’INIZIO
Sei giorni prima della solenne celebrazione della Pasqua,
quando il Signore entrò in Gerusalemme,
gli andarono incontro i fanciulli:
portavano in mano rami di palma,
e acclamavano a gran voce:
Osanna nell’alto dei cieli:
Gloria a te che vieni,
pieno di bontà e di misericordia.
Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
Osanna nell’alto dei cieli:
Gloria a te che vieni,
pieno di bontà e di misericordia. (Sal 23,9-10)]
COLLETTA
O Dio onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Oppure:
Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio
che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza,
si è fatto obbediente fino alla morte di croce;
fa’ che nelle prove della vita
partecipiamo intimamente alla sua passione redentrice,
per avere la fecondità del seme che muore
ed essere accolti come tua messe nel regno dei cieli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRIMA LETTURA
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso (terzo canto del Servo del Signore).
Dal libro del profeta Isaia (Is 50,4-7)
4Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come gli iniziati.
5Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
6Ho presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
7Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (dal Sal 21)
in Sussidio Quaresima dell’Ufficio Liturgico nazionale:
https://liturgico.chiesacattolica.it/sussidio-quaresima-pasqua-2019/
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 21)
Rit. Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
“Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico”.
Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.
Si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele.
SECONDA LETTURA
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio l’ha esaltato.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 2,6-11)
6Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
10perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
LODE A TE, O CRISTO (Gen verde) – RD pag. 25
oppure
GLORIA E LODE A TE (G. Liberto) – RN 16
oppure
ACCLAMAZIONE AL VANGELO NEL TEMPO DI QUARESIMA (C. Paniccià)
In: http://www.psallite.net/download.php?view.265
oppure
LODE A TE O CRISTO (Geraci)
oppure
LODE A TE O CRISTO (M. Frisina) in raccolta “O Croce nostra speranza”
CANTO AL VANGELO (Fil 2,8-9)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte,
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO
La passione del Signore.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca (Lc 22,14–23,56)
Forma breve: Lc 23,1-49
- Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione.
Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».
- Fate questo in memoria di me.
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
- Guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito.
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
- Io sto in mezzo a voi come colui che serve.
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.
- Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli.
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
- Deve compiersi in me questa parola della Scrittura.
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: "E fu annoverato tra gli empi". Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento ». Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».
- Entrato nella lotta pregava più intensamente.
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
- Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».
- Uscito fuori, Pietro pianse amaramente.
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
- Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
- Lo condussero davanti al loro Sinedrio.
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
- Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna.
Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
- Erode con i suoi soldati insulta Gesù.
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà.
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me.
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
- Costui è il re dei Giudei.
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
- Oggi con me sarai nel paradiso.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
- Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
- Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia.
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
Parola del Signore.
PRESENTAZIONE DEI DONI
SE TU MI ACCOGLI (G. Stefani – G. Neumark) - RN 96
oppure
COME INCENSO (A. Parisi) – in Cristo ieri oggi e sempre, Paoline 1996
oppure
COME IL PICCOLO SEME (L. Impagliatelli)
oppure
SILENZIO
ORAZIONE SULLE OFFERTE
Dio onnipotente, la passione del tuo unico Figlio
affretti il giorno del tuo perdono;
non lo meritiamo per le nostre opere,
ma l’ottenga dalla tua misericordia
questo unico mirabile sacrificio.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
PREFAZIO
La passione redentrice del Signore
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli, che era senza peccato,
accettò la passione per noi peccatori
e, consegnandosi a un’ingiusta condanna,
portò il peso dei nostri peccati.
Con la sua morte lavò le nostre colpe
e con la sua risurrezione ci acquistò la salvezza.
E noi, con tutti gli angeli del cielo,
innalziamo a te il nostro canto,
e proclamiamo insieme la tua lode:
SANTO
SANCTUS (gregoriano – Missa Primitiva) – RN 22
oppure
SANTO (Picchi) – RN 25
oppure
SANTO (L. Cansani) – CdP 314
oppure
SANTO (Christian Giordano) – RD pag. 34
oppure
SANTO (Palmitessa)
ANAMNESI
TU CI HAI REDENTI CON LA TUA CROCE (B. Cerino) – RN 30
oppure
TU CI HAI REDENTI (Vitone)
FRAZIONE DEL PANE
AGNUS DEI (gregoriano - Missa Primitiva) – RN 40
oppure
AGNELLO DI DIO (D. Machetta) – CdP 385
oppure
AGNUS DEI (C. Willcock) in MeA 2004 n.16
oppure
AGNELLO DI DIO (E. Costa) – CdP 385
oppure
AGNELLO DI DIO (Comunità Shalom)
oppure
AGNELLO DI DIO (Gen verde) – in “E’ bello lodarti”
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
“Padre, se questo calice non può passare
senza che io lo beva,
sia fatta la tua volontà”.
(Mt 26,42; cf Mc 14,36; Lc 22,42)
COMUNIONE
IL GRANO SE NON MUORE (B. Farrell – P. Ruaro)
oppure
QUANDO VENNE LA SUA ORA (D. Machetta) – CdP 704
oppure
ANIMA CHRISTI (M. Frisina)
oppure
IL TUO CORPO IL TUO SANGUE (RnS)
oppure
RESTA CON NOI (M. Frisina)
DOPO LA COMUNIONE
O Padre, che ci hai nutriti con i tuoi santi doni,
e con la morte del tuo Figlio
ci fai sperare nei beni in cui crediamo,
fa’ che per la sua risurrezione
possiamo giungere alla mèta della nostra speranza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
PER COMPRENDERE LA PAROLA
A. L’ENTRATA MESSIANICA
Le Palme (Lc 19,28-40)
La domenica delle Palme ci introduce nella settimana della Passione. La prospettiva liturgica però non corrisponde esattamente alla prospettiva del Vangelo. Per Luca l’entrata a Gerusalemme non è l’inizio (profetico e glorioso) del racconto della Passione. Dopo questa entrata, vi è tutto il ministero di Gesù a Gerusalemme: 19,41-48; 20; 21. Il rapporto con la Passione esiste, naturalmente, ma dentro un contesto più vasto.
a) La salita a Gerusalemme
Una parte importante di Luca presenta la salita di Gesù a Gerusalemme (da Lc 9,22 [o 9,51] a 19,48).
1. Itinerario simbolico da una parte e, dall’altra, rivelazione di Cristo sul proprio destino, sulla natura del Regno che instaura e sul destino dei discepoli a lui legati: Gesù è il Messia aspettato. Egli viene a regnare dove regna Dio. Tuttavia il suo stile messianico è inatteso, sconcertante, scandaloso (1 Cor 1,23).
L’entrata a Gerusalemme è la conclusione della sua lunga marcia.
Due versetti importanti si corrispondono, sottolineandone la decisione: il mettersi in cammino: “Si diresse decisamente” (alla lettera: “Fece il viso duro per”) (9,51); all’inizio dell’ultima tappa: “Proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme” (19,28).
2. Questa entrata
– è messianica, in senso regale, con l’approvazione di Gesù (lui stesso ne prende l’iniziativa):
- la folla organizza un piccolo trionfo;
- le acclamazioni sono rivolte al Re, a colui che viene nel nome del Signore. Nel v. 38b è ripresa l’acclamazione degli angeli che annunciavano il Salvatore. L’asino è una cavalcatura usata anche per le personalità. Ma qui si tratta di qualcosa di unico, perché su quell’animale nessuno ancora è salito;
– è umile e pacifica;
– se il puledro è all’occorrenza una cavalcatura regale, si contrappone al cavallo, cavalcatura di guerra (cf Os 1,7; Sal 146,10; ecc.).
Il quadro evoca Zc 9,9, una delle rare profezie del Messia umile e pacifico.
La pace, come a Natale, si muove nella stessa direzione.
In altre parole, la scena delle Palme afferma il Messianismo e il suo carattere anti-trionfalista, entrambi nello stesso tempo. È proprio l’avvento del Messia, che non è né un conquistatore, né un capobanda rivoluzionario.
b) Gerusalemme
Gerusalemme e il tempio hanno un grande posto simbolico in Luca. Si vedano i vangeli dell’infanzia. Tutto parte dal tempio (1,9). Gesù sale due volte (e più) a Gerusalemme e al tempio (2,22-38 e 2,41-50). È il luogo dell’incontro con Dio e col popolo credente. È il luogo del conflitto e dell’avvento secondo la speranza di Israele. Ma oggi la speranza si allarga all’intera umanità.
L’entrata di Gesù lo conduce fin nel tempio. Non è più soltanto l’entrata simbolica del bambino riconosciuto dai profeti. È l’entrata nel conflitto già cominciato, con una autorità già pienamente in atto.
È l’annuncio supremo e l’inaugurazione d’un nuovo modo di presenza di Dio nel tempio.
B. LA MESSA DELLA PASSIONE
PRIMA LETTURA
Sui canti del Servo, si veda Venerdì Santo, 1ª lettura. Oggi leggiamo l’inizio del terzo canto.
– Il Servo non oppone resistenza a Dio. Al contrario, la sua attenzione alla Parola lo stimola. Egli si lascia istruire.
– Non si oppone con la violenza alla violenza degli uomini.
– Ripone tutta la fiducia in Dio, il quale, egli ne è convinto, viene in suo soccorso.
– Col suo comportamento incoraggia a sua volta chi non ne può più.
SALMO
Invocazione di aiuto rivolta a Dio da un uomo perseguitato. Non è un canto di disperazione. Gli ultimi versetti (20-32) sono un inno di riconoscenza. Nella sua fiducia in Dio, l’uomo, pur stremato, è già sicuro della salvezza. Gli ultimi tre versetti usati oggi (20.23.24) fanno parte di questa finale e ci orientano già verso la Risurrezione.
SECONDA LETTURA
Inno liturgico ripreso da Paolo. Uno dei testi cristologici più antichi che possediamo.
Cristo avrebbe potuto essere il Messia trionfatore, imponendo a tutti di riconoscerlo per ciò che era. Invece ha preferito mettersi del tutto al livello degli uomini, anzi s’è abbassato ancor di più: fino alla morte più umiliante. Egli è il Servo (Is 53).
Mentre la prima via non ci avrebbe insegnato né recato niente, la via dell’umiliazione ci rivela direttamente Dio.
Cristo innalzato sulla croce (Gv 12,32) è già innalzato nella gloria, diventato Signore ai nostri occhi. È il paradosso cristiano d’un Dio che si manifesta non nella potenza, ma nella pazienza, nel servizio, nell’umiltà, nel dono della propria vita, nell’amore.
Si può infine sottolineare che questo cammino di annientamento, che giunge fino al tempio della gloria, è proprio lo stesso presentato nel Vangelo di Luca. Salendo con decisione verso Gerusalemme, Gesù arriva al tempio dov’è la gloria di Dio, il che si realizza effettivamente nella Passione-Risurrezione.
VANGELO: LA PASSIONE
1. Lettura sintetica
a) La Passione nei quattro Vangeli è una parte importante del testo, quasi “sproporzionata”. E non è un fatto di per sé naturale. Infatti, perché nella luce della Risurrezione (che era il clima di partenza del Vangelo) non si sono lasciati in ombra i cattivi ricordi, come una breve e dolorosa parentesi, per sottolineare invece le opere meravigliose e la grandezza della dottrina di Gesù? Questo sarebbe stato un comportamento naturale.
Però avrebbe portato a un atteggiamento di evasione di fronte alle prove della vita e della condizione cristiane. Avviene quindi il contrario: la Passione, seguita dalla Risurrezione, reca la luce per la vita.
b) La Passione ha, nel complesso, la medesima struttura non solo nei Sinottici, ma in tutti e quattro i Vangeli.
Ciò significa che fin dall’inizio della predicazione si fissò uno schema ben preciso. Ognuno poi lo completò dandogli un parziale orientamento secondo le proprie fonti e i propri intendimenti: Marco: più kerigmatico; Matteo: più ecclesiale e dottrinale; Luca: più personale ed esortativo (Gesù traccia la via); Giovanni: sottolinea la libertà di Cristo e la sua regalità (vedi il Venerdì Santo).
Per la celebrazione
La Domenica cosiddetta “delle Palme”, dal punto di vista liturgico e pastorale, va pensata soprattutto come “Domenica della Passione”: è questo il vero centro di attenzione a cui rapportare ogni altro aspetto, iniziativa o tema particolare della giornata. Con questa domenica, infatti, inizia la celebrazione annuale della Pasqua del Signore, che comprende insieme i due aspetti della passione e della risurrezione, messi in risalto rispettivamente dalle due domeniche “di passione” e “di Pasqua”.
Là dove la cosa risulti concretamente possibile, è bene fare la Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme con una vera processione, secondo le indicazioni del Messale; purché detta processione si svolga in clima di autentica preghiera e non scada in puro folclore o mera formalità rituale. In caso contrario, con l’ingresso solenne (Messale, p. 120) si può dare particolare rilievo alla processione d’ingresso del sacerdote e dei ministri, ordinandone il percorso attraverso la navata della chiesa mentre si esegue un canto adatto. Giunto in presbiterio, dopo il saluto alla gente e una breve monizione introduttiva, il sacerdote (o il diacono, se c’è) legge il Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, a cui fa seguito un canto di acclamazione di tutta l’assemblea.
Quanto ai rami d’ulivo, si faccia in modo che... disturbino il meno possibile l’attenzione a Cristo, alla sua passione, alla sua Pasqua. Avendo subìto lungo i secoli parecchie trasformazioni di “senso”, oggi forse il modo migliore di presentarli è quello di proporli alla gente, per un verso come augurio di pace per le loro case, per altro verso come segno-ricordo di Cristo crocifisso e risorto, per tener viva in ogni momento la nostra fede e fiducia in lui; questo richiamo può anche essere fatto alla benedizione solenne (Messale, p. 432).
Per quanto possibile, è bene che i ministri straordinari della comunione portino l’Eucaristia ai malati al termine della celebrazione, accompagnati da qualche familiare o da qualche altro membro della comunità, che porti anche alle persone inferme il ramo d’ulivo come augurio di pace e segno di speranza in Cristo.
La massima cura dovrà essere dedicata alla lettura della passione e al suo armonico collegamento con tutta la celebrazione, a cominciare dagli altri elementi costitutivi della Liturgia della Parola (altre letture, canti, preghiera dei fedeli...). Occorre quindi pensare per tempo alla scelta e alla preparazione dei lettori, nonché al modo concreto di proclamare la passione. Se si ritiene opportuno seguire il sistema classico della lettura “dialogata” a tre voci (cronista, Cristo, altri) si tenga presente che occorrono lettori molto bravi, capaci di “scomparire” dietro il testo e di non richiamare l’attenzione su se stessi, né con sbagli o incertezze, né con dizione piatta e incolore, né con interpretazioni troppo forzate. Un sistema consigliabile può essere il seguente: dividere il testo evangelico in quattro parti (Lc 22,14-38; 22,39-65; 22,66–23,25; 23,26-56).
L’assemblea può rimanere seduta durante la lettura (alzandosi eventualmente per il canto) e ascoltare in piedi solo l’ultima parte della passione, letta preferibilmente dal sacerdote o da un diacono. Per quanto possibile, bisogna condurre i fedeli ad ascoltare il racconto della passione in prospettiva “teologica” e non solo emotiva. A questo scopo è importante in ogni caso una buona presentazione e proclamazione delle prime due letture, facendo notare il rapporto della passione di Gesù con la figura veterotestamentaria del “servo del Signore” e più ancora l’unità del mistero di Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, crocifisso, glorificato (cf 2ª lettura).