PER LA CELEBRAZIONE
Per la festa dell’Immacolata invitiamo a preparare con cura tutta la celebrazione, a cominciare dall’ambiente stesso in cui si svolge (disposizione, arredi, luci, fiori...). Si ponga particolare attenzione alle letture (compreso il Vangelo!): sono tutti testi assai impegnativi, sia dal punto di vista teologico che da quello della «tecnica di lettura». Occorre meditarli personalmente, prima di leggerli in pubblico; e bisogna poi «entrare nel testo» (nel loro stile, nel loro spirito, nel loro linguaggio...) con convinzione e con delicatezza insieme, per farne intuire in qualche modo la profondità e non banalizzarli. Per quanto possibile, oggi che si può, si canti il Gloria. Il prefazio è quello proprio della solennità (Messale, p. 632). Alla fine si può usare la benedizione solenne per le feste della Madonna (Messale, p. 440). Quest’anno questa solennità coincide con la II di Avvento: la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha concesso la celebrazione dell’Immacolata, tuttavia la liturgia delle ore è della II domenica di Avvento e il colore liturgico resta il viola.
Ingresso
TOTA PULCHRA (canto gregoriano) – RN 222
oppure
TU SEI TUTTA BELLA (J. P. Leçot)
oppure
MADRE SANTA (P. Décha) – CDP 585
oppure
O SANTISSIMA (Trad. siciliano) – CDP 588
oppure
ACQUA DI FONTE CRISTALLINA E PURA (Monastero di Vitorchiano) – RN 207
oppure
O MARIA SANTISSIMA (tradizionale) – CdP 586
oppure
SEI TUTTA BELLA (Fr. Ephraim) – in RNS
oppure:
ANTIFONA D’INIZIO
Esulto e gioisco nel Signore,
l’anima mia si allieta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito di vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come una sposa adornata di gioielli. (Is 61,10)
Atto penitenziale
KYRIE ELEISON (J. Berthier) – RN 2
Gloria
GLORIA (J. Berthier) – CdP 222
COLLETTA
O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRIMA LETTURA
Io porrò inimicizia tra te e la donna.
Dal libro della Genesi (Gn 3,9-15.20)
Dopo che Adamo ebbe mangiato dell’albero, il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?”. Rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”.
Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero che ti avevo comandato di non mangiare?”.
Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”.
Allora il Signore Dio disse al serpente: “Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. L’uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Cantate al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie (dal Sal 97-98) – in Sussidio di Avvento CEI: https://liturgico.chiesacattolica.it/sussidio-avvento-2019/
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 97)
Rit. Cantate al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.
SECONDA LETTURA
Dio ci ha scelti in Cristo prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (Ef 1,3-6.11-12)
Fratelli, benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto.
In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.
Parola di Dio.
Canto al Vangelo
ALLELUIA DI AVVENTO (M. Joncas) – RD pag.22
oppure
ACCLAMAZIONE AL VANGELO NEL TEMPO DI AVVENTO (Daniel Haas) – in Psallite:
http://www.psallite.net/download.php?view.365
oppure
ALLELUIA (P. Décha)
CANTO AL VANGELO (Cf Lc 1,28.42)
Alleluia, alleluia.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te:
tu sei benedetta tra tutte le donne.
Alleluia.
VANGELO
Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te.
Dal vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
Parola del Signore.
Presentazione dei doni
ACCOGLI NEL TUO GREMBO (M. Frisina)
oppure
ECCOMI (M. Frsina) – RD pag. 231
oppure
IMPLORA SUI NOSTRI DONI (F. Zanghi)
oppure
ACCOGLI O VERGINE MARIA (L. Caglia)
ORAZIONE SULLE OFFERTE
Accetta, Signore, il sacrificio di salvezza,
che ti offriamo nella festa dell’Immacolata Concezione
della beata Vergine Maria,
e come noi la riconosciamo preservata per tua grazia
da ogni macchia di peccato,
così, per sua intercessione,
fa’ che siamo liberati da ogni colpa.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
PREFAZIO
Maria felice inizio della Chiesa
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai preservato la Vergine Maria
da ogni macchia di peccato originale,
perché, piena di grazia,
diventasse degna Madre del tuo Figlio.
In lei hai segnato l’inizio della Chiesa,
sposa di Cristo senza macchia e senza ruga,
splendente di bellezza.
Da lei, vergine purissima, doveva nascere il Figlio,
agnello innocente che toglie le nostre colpe;
e tu sopra ogni altra creatura
la predestinavi per il tuo popolo
avvocata di grazia e modello di santità.
E noi, uniti ai cori degli angeli,
proclamiamo esultanti la tua lode:
Santo
SANTO (G. M. Rossi) – RN 26
Anamnesi
ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNORE (G. Stefani) – RN 28
Frazione del Pane
AGNELLO DI DIO (D. Machetta) – CdP 385
oppure
AGNUS DEI (C. Willcock) in MeA 2004 n.16
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Grandi cose di te si cantano, o Maria,
perché da te è nato il sole di giustizia,
Cristo, nostro Dio.
Comunione
GRANDI COSE SI CANTANO (F. Meneghello – A. Pantaleo) – in Psallite: http://www.psallite.net/download.php?view.828
oppure
CANTICO DELLA VERGINE (P. Candido)
oppure
DIO S’E’ FATTO COME NOI (G. Stefani – M. Giombini) – CdP 470
DOPO LA COMUNIONE
Il sacramento che abbiamo ricevuto, Signore Dio nostro,
guarisca in noi le ferite di quella colpa
da cui, per singolare privilegio,
hai preservato la beata Vergine Maria,
nella sua Immacolata Concezione.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
PER COMPRENDERE LA PAROLA
PRIMA LETTURA
Questo passo della Genesi viene immediatamente dopo il racconto della caduta (Gn 3,1-6). Dio cerca una confessione; ma Adamo e poi Eva tentano di discolparsi (vv. 9-13). Iahvè pronuncia allora una serie di maledizioni all’indirizzo del serpente (vv. 14-15), della donna (Gn 3,16) e dell’uomo (Gn 3,17-19). Il v. 20, aggiunto alla nostra lettura, ricorda che la donna ha ricevuto un nome che esprime la sua maternità rispetto al genere umano.
a) Il peccato è visto da Israele come la sorgente di un disequilibrio nell’ordine creato. L’uomo sapeva che era nudo; ma la concupiscenza in lui si sveglia soltanto dopo la colpa, che è di ordine spirituale. L’autore del racconto non pensa a una colpa carnale; la concupiscenza è la conseguenza del peccato. Questo consiste nella perdita dell’amicizia con Dio.
b) La maledizione del serpente mette in luce una costante dell’Antico Testamento. Quando Dio punisce l’uomo, la condanna non è assoluta: rimane possibile un avvenire. In certo modo il racconto sottolinea che Dio si mette dalla parte dell’uomo. Nello stesso momento in cui maledice il serpente, Dio apre la via alla speranza. Una prospettiva di salvezza è almeno presentita nel fatto che Iahvè stabilisce una ostilità tra il serpente e la discendenza della donna. La traduzione dei Settanta preciserà che un figlio della donna sarà vincitore, e la Volgata latina traduce come se la donna dovesse riportare la vittoria. Ma è chiaro che l’interpretazione messianica non si impone al livello del testo originale.
L’interpretazione mariologica s’impone ancora meno; e questo l’hanno visto bene i Padri della Chiesa. Tuttavia la scelta di questa lettura per la festa dell’Immacolata Concezione è appoggiata dalla tradizione e si spiega molto bene. Di fatto la Vergine Maria è, nella discendenza della Donna, colei in cui Dio ha pienamente restaurato la sua amicizia con l’uomo prima di fondarla definitivamente nel figlio di Maria, l’Uomo-Dio.
SALMO
Il nostro cuore fa continuamente esperienza del peccato. Ma può essere rigenerato nella speranza se si lascia affascinare dalle meraviglie dell’amore divino. Meraviglie che contempliamo oggi in Maria.
SECONDA LETTURA
Brani dell’inno di benedizione (Ef 1,3-18) che Paolo ha formulato all’inizio della sua lettera agli Efesini. Esso è composto secondo le leggi classiche dell’azione di grazie giudaica: un’introduzione (v. 3), una prima strofa chiusa con una benedizione di Dio (vv. 4-6), una seconda strofa che si chiude essa pure con una glorificazione di Dio (vv. 7-12, che in parte mancano nella lettura), infine una preghiera epicletica in cui Paolo domanda a Dio per i suoi corrispondenti la conoscenza del suo disegno (vv. 13-18, omessi dalla lettura).
Questa azione di grazie si ispira probabilmente a una preghiera del quotidiano rituale giudaico, da dove essa ha preso dei temi come quello della paternità di Dio (v. 3), dell’elezione (v. 4), ecc. Rimane un’importante differenza tra le due preghiere: il rituale giudaico rende grazie a Dio per il dono della Legge, la preghiera di Paolo per il dono del Figlio.
a) Il versetto introduttivo (v. 3) fissa i grandi temi non soltanto della preghiera, ma dell’intera epistola. Si tratta infatti di una azione di grazie per la salvezza (presentata qui come una «benedizione») voluta dal Padre, meritata dal Cristo e realizzata dallo Spirito.
Le benedizioni salutari per le quali si loda Dio sono la morte e la glorificazione di Cristo (Ef 1,7 e 10), l’inizio della vita divina nell’uomo, grazie alla fede e al battesimo (Ef 1,13), e nel mondo, grazie alla signoria di Cristo (Ef 1,10). L’espressione «nei cieli» che qualifica queste benedizioni designa tutto ciò che non è né «carne e sangue» (Ef 6,12), né «potenze celesti» spodestate da Cristo (Col 2,15; 1 Cor 15,24). Quanto all’espressione «nel Cristo» designa la mediazione attraverso la quale si realizzano le benedizioni del Padre dopo che Cristo si è sostituito alla «carne» e agli «spiriti» nell’ordine della salvezza.
b) La prima strofa (vv. 4-6) spiega come la benedizione di Dio rechi beneficio all’uomo, chiamato da Cristo alla santità. Essa infatti è elezione da parte dell’amore del Padre che fa degli uomini i figli di Dio. Il tema di questa strofa mette in rilievo l’iniziativa di Dio nell’opera della salvezza e di conseguenza la certezza della salvezza. L’oggetto di questa elezione è la santità: la comunicazione della vita stessa di Dio (Lv 19,2). Il segreto di questa comunicazione è l’amore, un amore che giunge all’adozione degli uomini. I versetti della seconda strofa, conservati nella nostra lettura (vv. 11-12), non fanno che riaffermare questo tema dell’elezione e dell’iniziativa di Dio.
La scelta di questa lettura per la festa dell’Immacolata Concezione mette in piena luce la parte che spetta a Dio nel mistero di Maria. Ella è per eccellenza colei che è stata eletta «prima della creazione del mondo» (v. 4). Ma ella ha risposto pienamente a questa elezione, essendo per eccellenza colei che «in anticipo ha sperato in Dio» (v. 12). L’iniziativa di Dio è messa tanto più in rilievo in quanto colei che ha risposto l’ha fatto con un atto di piena libertà spirituale, il cui contenuto si chiama speranza!
VANGELO
La forma particolare di questo racconto, una specie di midrash dove ogni parola ed ogni espressione è carica di evocazioni, esige un commento versetto per versetto, che permetterà di coglierne le linee essenziali.
a) Il quadro e il contesto storico (vv. 26-27)
L’apparizione di Gabriele situa la scena dell’Annunciazione nel contesto profetico ed escatologico, perché la tradizione considerava Gabriele come depositario del segreto riguardante il computo delle settanta settimane precedenti l’instaurazione definitiva del Regno (cf Dn 8,16; 9,21.24-26).
In effetti, l’angelo appare dapprima a Zaccaria nel Tempio (Lc 1,11), poi a Maria sei mesi più tardi (180 giorni) (Lc 1,26). Cristo viene al mondo nove mesi dopo (270 giorni), ed è presentato al Tempio quaranta giorni più tardi. In tutto sono 490 giorni o settanta settimane, le cui tappe sono segnalate dall’espressione: «compiuti i giorni...» (Lc 1,23; 2,6.22), che conferisce agli avvenimenti il significato del compimento di una profezia.
Cristo è dunque, ad un tempo, il Messia previsto da Dn 9 e il Messia umano e Figlio d’uomo quasi divino (Dn 7,13). Gli avvenimenti che annunciano la sua nascita preparano l’entrata della gloria di Iahvè, personificato in Cristo, nel suo tempio definitivo.
b) I titoli di Maria (vv. 27-28)
La semplicità dell’Annunciazione che si svolge in una casa di Galilea, regione disprezzata (Gv 1,46; 7,41), contrasta con l’apparato dell’annuncio della nascita del Battista nel Tempio (Lc 1,5-25). L’opposizione tra Maria e Gerusalemme già si delinea e si preciserà nel saluto dell’angelo che ricalca un saluto che Sofonia (3,16) e Zaccaria (9,9) rivolgono a Gerusalemme per annunciarle la prossima venuta del Signore «nel tuo seno» [in mezzo a te] (senso letterale della formula di Sof 3,16). L’angelo trasferisce su Maria i privilegi fino allora attribuiti a Gerusalemme. Del resto, l’influenza di Sofonia si prolunga in tutto il racconto (Lc 1,28 e Sof 3,15; Lc 1,30 e Sof 3,16; Lc 1,28 e Sof 3,14).
In Luca l’espressione «piena di grazia» significava probabilmente che Maria era «graziosa», come Rut davanti a Booz (Rt 2,2.10.13), Ester davanti ad Assuero (Est 2,9.15.17; 5,2.8; 7,3; 8,5) ed ogni donna agli occhi del proprio sposo (Prv 5,19; 7,5; 18,22; Ct 8,10). Questo contesto matrimoniale è ricco di evocazioni. Da lungo tempo Dio cerca una sposa fedele. Egli ha ripudiato Israele, la sposa precedente (Os 1-3), ma è disposto a un nuovo «fidanzamento». Maria, interpellata con una delle espressioni frequenti nelle relazioni tra sposi, comprende che Dio realizzerà in lei il mistero delle nozze promesse nell’Antico Testamento, operando l’unione delle due nature – divina ed umana – nella persona di Gesù.
c) I titoli del Messia (vv. 31-33)
I primi titoli applicati a Gesù si ispirano al vocabolario regale delle promesse di Natan (2 Sam 7,11): Gesù sarà «grande» (cf 2 Sam 7,11), sarà Figlio dell’Altissimo, titolo riservato ai grandi personaggi (Sal 2,7; 28,1; 81,6; 88,7) e al Messia in 2 Sam 7,14. Egli si assiderà sul trono di Davide (2 Sam 7,16; Is 9,6). Ma l’angelo va oltre le previsioni di Natan predicendo l’estensione del Regno di Cristo alla casa di Giacobbe (alle dieci tribù del Nord). Gesù farà dunque l’unità di Giuda e di Israele (Ez 37,15-28; Dn 7,14; Mic 5,4-7), in attesa di poter realizzare quella tra Giudei e pagani.
Il fatto che l’angelo non impone al figlio di Maria il nome di Emmanuele (Is 7,14) non ha nulla di strano. In effetti ben una dozzina di nomi erano stati previsti per il Messia, ma nessuna tradizione aveva pensato a «Gesù», che significa «Iahvè nostro salvatore». Questo nome richiama due personaggi che hanno avuto una parte importante nella storia del popolo eletto: il giudice Giosuè nel deserto (Sir 46,1-2) e il sacerdote Giosuè al ritorno dall’esilio (Zc 3,1-10; Ag 2,1-9). Passando attraverso la sofferenza e la morte, Gesù meriterà a sua volta il nome di «salvatore» dell’umanità.
d) Le circostanze della concezione (vv. 34-38)
L’angelo predice la concezione del bambino in termini presi da Es 40,35, dove l’apparizione della nube manifesta la presenza di Dio. Il bambino che nascerà sarà il frutto di un intervento specialissimo di Dio; egli apparterrà a quel mondo divino e celeste che la nube generalmente simboleggia (v. 35).
Questo intervento divino suppone una collaboratrice libera (v. 37). Maria intendeva, sembra, restare vergine. Le giovani potevano ottenere questa autorizzazione dallo sposo specialmente nell’ambiente esseno. L’affermazione di Maria di non conoscere affatto uomo (mentre conosceva Giuseppe) va intesa nella maniera simbolica di tutto questo midrash. Maria rappresenta Gerusalemme, oggetto di promessa di fecondità. Non conoscere uomo, per Gerusalemme è vivere il marasma della sua situazione di ripudiata, di abbandonata, di derelitta (cf Is 60,15; 62,1-4). Maria reca su di sé la desolazione della città ripudiata mentre le si dice che nozze novelle saranno celebrate dove Dio riprenderà in lei l’antica fidanzata. L’Annunciazione compie il mistero delle nozze di Dio e del suo popolo.
Luca parla di Maria e della sua verginità; lo fa nel quadro preciso della sua comunione nuziale con Dio e in vista del frutto di questa comunione: il Messia.
Ad ogni modo, credere a questa verginità di Maria nelle sue nozze spirituali con Dio è affermare qualche cosa su Cristo. La visuale rimane fondamentalmente cristologica.