PER LA CELEBRAZIONE
Secondo il calendario liturgico, il 1 gennaio è la festa di «Maria SS. Madre di Dio». Inoltre dal 1967, per iniziativa di Paolo VI, il 1 gennaio viene celebrato a livello internazionale come «Giornata mondiale della pace»... Ma nella coscienza della gente questo giorno è e rimane prima di tutto Capodanno.
Dal punto di vista pastorale è una delle festività più difficili. Per un verso è troppo carica di temi impegnativi; per altro verso cade in una situazione di scarsa «disponibilità spirituale», a causa della veglia notturna in attesa dell’anno nuovo, con tutti gli annessi e connessi. Occorrerà dunque un supplemento di impegno da parte di tutti – sacerdoti, animatori, fedeli – perché lo spirito di fede prevalga sul clima un po’ «pagano» del Capodanno e le Messe di questo giorno siano partecipate con quell’attenzione e intensità che sempre è richiesta dalle celebrazioni liturgiche.
Sia la 1a che la 2a lettura sono assai brevi, ma dense di significato. Raccomandiamo di leggerle molto adagio e con intensa partecipazione. Segnaliamo la colletta alternativa (Messale, p. 966). Per la benedizione solenne della Messa suggeriamo vivamente la formula «solenne»: Messale, p. 430.
Ingresso
O MARIA SANTISSIMA (tradizionale) – CDP 586
oppure
SALVE MADRE SANTA (D. Anselmi)
oppure
MADRE DEL SALVATORE (J. S. Espinosa) – CDP 584
oppure
O SANTISSIMA (melodia tradizionale siciliana) – CDP 588
oppure
MADRE SANTA (P. Décha) – CDP 585
Oppure:
ANTIFONA D’INIZIO
Salve, Madre santa: tu hai dato alla luce il Re
che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno. (Sedulio)
Oppure:
Oggi su di noi splenderà la luce,
perché è nato per noi il Signore;
Dio onnipotente sarà il suo nome,
il suo regno non avrà fine. (Cf Is 9,2.6; Lc 1,33)
Atto penitenziale
KYRIE ELEISON (J. Berthier) – RN 2
oppure
KYRIE – cum jubilo (G. Durighello)
http://www.gianmartinodurighello.it/messa-di-natale/
oppure
SIGNORE, FIGLIO DI DIO (M. Frisina in Aa. Vv., Natale- 1 Gennaio – Epifania, Ed. Paoline 1996)
Gloria
GLORIA – cum jubilo (G. Durighello):
http://www.gianmartinodurighello.it/messa-di-natale/
oppure
GLORIA (J. Berthier) – CdP 222
oppure
GLORIA IN EXCELSIS DEO (J. P. Leçot) – RN 8
oppure
GLORIA IN EXCELSIS DEO (gregoriano) – RN 7
COLLETTA
O Dio, che nella verginità feconda di Maria
hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna,
fa’ che sperimentiamo la tua intercessione,
poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto
l’autore della vita, Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Oppure:
Padre buono,
che in Maria, vergine e madre,
benedetta fra tutte le donne,
hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo fra noi,
donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita
nel segno della tua benedizione
si renda disponibile ad accogliere il tuo dono.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PRIMA LETTURA
Invocheranno il mio Nome, e io li benedirò.
Dal libro dei Numeri (Nm 6,22-27)
Il Signore si rivolse a Mosè dicendo: “Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro:
Ti benedica il Signore e ti protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dio abbia pietà di noi e ci benedica
in Sussidio di Avvento e Natale CEI:
https://liturgico.chiesacattolica.it/sussidio-avvento-2019/
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 66)
Rit. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza.
Esultino le genti e si rallegrino,
perché giudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio
e lo temano tutti i confini della terra.
SECONDA LETTURA
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 4,4-7)
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.
Parola di Dio.
Canto al Vangelo
ALLELUIA, CANTATE AL SIGNORE (O’Carroll – RN 12)
oppure
ALLELUIA (Vivona)
oppure
ALLELUIA (A. Fant)
oppure
ALLELUIA (H. Spitta)
CANTO AL VANGELO (Cf Eb 1,1-2)
Alleluia, alleluia.
Molte volte e in diversi modi Dio ha parlato
ai nostri padri per mezzo dei profeti;
oggi, invece, parla a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.
VANGELO
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dal vangelo secondo Luca (Lc 2,16-21)
In quel tempo, i pastori andarono senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
Parola del Signore.
Presentazione dei doni
TU SEI L’OFFERTA (C. Recalcati in Celebriamo il Natale, Ed. Paoline 1983)
oppure
BETLEMME, CASA DEL PANE (D. Machetta in Grideranno le pietre, Elledici 2007)
ORAZIONE SULLE OFFERTE
O Dio, che nella tua provvidenza
dài inizio e compimento
a tutto il bene che è nel mondo,
fa’ che in questa celebrazione
della divina Maternità di Maria
gustiamo le primizie del tuo amore misericordioso
per goderne felicemente i frutti.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
PREFAZIO
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori.
Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo
nella Maternità della beata sempre Vergine Maria.
Per opera dello Spirito Santo,
ha concepito il tuo unico Figlio;
e sempre intatta nella sua gloria verginale,
ha irradiato sul mondo la luce eterna,
Gesù Cristo nostro Signore.
Per mezzo di lui si allietano gli Angeli
e nell’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci nell’inno di lode:
Santo
SANTO – in dulci jubilo (G. Durighello):
http://www.gianmartinodurighello.it/messa-di-natale/
Anamnesi
ANNUNCIAMO LA TUA MORTE, SIGNORE (G.M.Rossi; CdP 328)
Frazione del Pane
DONA NOBIS PACEM 3 (Berthier) in Canti di Taizé, Elledici 2000
oppure
AGNELLO DI DIO (A. Parisi) in Cristo, ieri oggi e sempre, Ed. Paoline 1996
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Gesù Cristo è sempre lo stesso
ieri, oggi e nei secoli eterni. (Eb 13,8)
Oppure:
Maria serbava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore. (Lc 2,19)
Comunione
VERBUM CARO FACTUM EST (V. Miserachs – RN 75)
oppure
O TU CHE DORMI (F. Rainoldi – Wittemberg 1529) – CdP 482
oppure
CRISTO E’ LA NOSTRA PACE (G. Becchimanzi)
DOPO LA COMUNIONE
Con la forza del sacramento che abbiamo ricevuto
guidaci, Signore, alla vita eterna
perché possiamo gustare la gioia senza fine
con la sempre Vergine Maria,
che veneriamo madre del Cristo e di tutta la Chiesa.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
PER COMPRENDERE LA PAROLA
PRIMA LETTURA
Questa breve formula di benedizione (verosimilmente da mettere in relazione con Lv 9,22) era pronunciata sul popolo dai sacerdoti di Israele, al termine delle cerimonie di culto. Nella sua limpidezza e sobrietà, essa offre una sintesi molto significativa del pensiero religioso del popolo ebraico: quando Dio bene-dice (cioè: nomina e promette un bene) nel medesimo tempo lo dona; la sua parola è pienezza di dono. Perciò il senso profondo della benedizione cultuale è quello di far risalire a Dio, alla generosità e alla gratuità del suo dono, tutti i beni e le ricchezze di cui è dato all’uomo godere. L’uomo riconosce che da solo non potrebbe realizzarli e che vengono elargiti in forza di una vita condotta in armonia con Dio (cf vv. 25a.26a); perciò nella benedizione è implicito anche un senso di comunione (o riconciliazione) con Dio, e di riconoscenza da parte dell’uomo stesso.
Questa pienezza di beni, pur evocando per la mentalità ebraica anche immagini di prosperità materiale, al vertice è essenzialmente presenza di Dio nella vita dell’uomo; e corrisponde a quell’insieme di realtà che il linguaggio e la mentalità biblica sintetizzano nel termine «pace» (cf v. 26b). Ciò spiega perché i due termini benedizione e pace siano sovente associati per esprimere un’idea di pienezza, di integrità e armonia.
Gesù Cristo è la benedizione di Dio per eccellenza: egli è il dono perfetto del Padre ai suoi figli, e nel medesimo tempo è la perfetta azione di grazie dell’uomo a Dio. Questo mistero si realizza pienamente nella celebrazione eucaristica.
SALMO
Il tono del salmo è in perfetta rispondenza con il contenuto della 1a lettura: il raccolto dell’annata, particolarmente abbondante, ha rallegrato il cuore di tutti. Il salmista, facendosi interprete dei sentimenti comuni, innalza un inno a Dio che si è dimostrato generoso e benevolo verso il suo popolo; ed esprime nel medesimo tempo l’intima soddisfazione di Israele nel sentirsi oggetto della «benedizione» di Dio (v. 2).
La benevolenza elargita a Israele faccia conoscere a tutti i popoli la via e la salvezza di Iahvè (v. 3); e sia per loro un invito a rendere culto al vero Dio (vv. 5-6).
Facendo nostri i sentimenti dell’antico Israele, noi ringraziamo Dio per la pienezza di benedizione che ci ha dato un altro «frutto della terra»: Gesù, Signore dell’universo e salvezza di tutte le nazioni.
SECONDA LETTURA
Dopo una prima parte autobiografica (cc. 1-2) rivolta a dimostrare che il vangelo da lui predicato è quello autentico di Gesù Cristo, Paolo entra in pieno argomento dottrinale. Il contenuto di questa seconda parte della lettera si può così riassumere: ormai, all’economia della legge – che teneva gli uomini in stato di minorità e di schiavitù – è subentrata l’economia della fede (cap. 3) e della grazia (cap. 4), in forza della quale ogni uomo ha la possibilità di diventare un figlio di Dio libero e adulto.
• La lettura odierna ci introduce nel vivo del parallelismo legge-grazia:
Quando venne la pienezza del tempo (v. 4a)
Dio mandò il suo Figlio (v. 4b)
nato da donna,
nato sotto la legge (v. 4c)
perché ricevessimo l’adozione a figli (v. 5b)
per riscattare coloro che erano
sotto la legge (v. 5a).
E che voi siete «figli»
ne è prova il fatto che Dio ha mandato
nei nostri cuori lo «Spirito del suo Figlio»
che grida: Abbà, Padre! (v. 6).
Troviamo qui evidenziati alcuni elementi interessanti:
– l’atto libero e gratuito di Dio il quale – nel momento da lui stabilito – manda il proprio Figlio;
– la libera accettazione del Figlio il quale – rinunciando in un certo senso alle prerogative di Figlio unigenito – si sottopone, nella sua condizione storica, alle leggi comuni per tutti gli uomini:
legge della nascita fisica, per quanto riguarda la sua natura umana;
legge religioso-morale, per quanto riguarda la sua appartenenza al popolo ebraico (in questa luce vanno letti anche i versetti di Lc 2,16-21 che fanno quasi da parallelo),
allo scopo di liberare gli uomini da tutte le esigenze negative della legge e farli passare dalla condizione di schiavi alla condizione di figli;
– ciò si verifica in forza di una relazione nuova che viene a stabilirsi tra l’uomo e Dio: relazione di amore filiale, animata dallo «Spirito del Figlio» ad opera del quale la volontà del Padre è compiuta non più per imposizione della legge, ma per forza e impulso di amore.
– Sotto questo profilo, ritroviamo la ragione ultima del mistero dell’incarnazione: il dono di salvezza – la benedizione – di Dio, che si specifica come filiazione divina, ci viene dato in Gesù Cristo; nel suo nome siamo salvati, se crediamo che sotto le apparenze umane vive ed opera la potenza e la grazia divina contenuta nel nome di Gesù.
VANGELO
La presentazione di Gesù al tempio, la circoncisione e l’imposizione del nome esprimono il mistero totale della sua persona: inserito come vero uomo nel popolo di Dio, egli realizzerà il significato del suo nome e sarà benedizione e salvezza per tutti gli uomini.
Il Vangelo è sostanzialmente il medesimo della Messa natalizia dell’aurora; il presente commento si limita al v. 21.
• La circoncisione rinnovava il rito dell’alleanza ed era segno dell’appartenenza al popolo eletto e salvato da Dio; in questo caso, poiché il bambino presentato al tempio è lo stesso Salvatore del suo popolo e dell’umanità, la sua circoncisione, come rito esteriore, si limita ovviamente a significarne l’inserimento nel popolo di Dio in quanto uomo.
Il rito esteriore, tuttavia, era di per sé insufficiente se non corrispondeva a quelle disposizioni interiori che, già secondo lo spirito dei libri profetici e del Deuteronomio, costituiscono la vera circoncisione.
La circoncisione del cuore, intesa come amore di Dio e del prossimo (cf p. es. Dt 10,16-18; 30,6); questo concetto sarà ripreso e perfezionato da s. Paolo: dopo che Gesù Cristo ha sancito nel suo sangue la nuova alleanza, in forza della quale tutti gli uomini sono resi partecipi dei benefici e delle promesse di Dio, non hanno più valore né la circoncisione né 1’incirconcisione; l’antico rito è superato e perfezionato nell’ordine nuovo della fede e della carità (cf Gal 5,6; 6,15; 1 Cor 7,19; Rm 3,29-30).
• L’imposizione del nome. All’epoca neotestamentaria, il rito della circoncisione si concludeva con l’imposizione del nome al bambino. Secondo la concezione ebraica, il nome esprimeva il destino, la vocazione di colui che lo portava; ancor più profondamente, il nome si identificava quasi con l’essere stesso della persona che lo portava. Perciò, quando Dio sceglie qualcuno per una vocazione particolare, gli cambia nome (cf p. es. Gn 17,4-5); e quando qualcuno è investito di una missione divina, il suo nome viene indicato da un messaggero celeste (cf Lc 1,13.31.59-63; 2,21).
Il nome di Gesù, che viene imposto al bambino presentato al tempio da Maria e Giuseppe, non era insolito nell’onomastica ebraica; tuttavia in questo caso sta ad indicare con un’intensità unica l’essere di colui che lo porta, in tutta la sua pienezza e singolarità; la sua missione e il rapporto che intercorre tra lui e Dio.
Il significato etimologico del nome Gesù: Dio salva, ci introduce in pieno nel mistero di Cristo: dall’incarnazione, alla nascita, alla circoncisione, al compimento pasquale della morte-risurrezione, Gesù è per noi in tutto il suo essere, la sua vita, la sua persona, la perfetta benedizione di Dio, dono di salvezza e di pace per tutti gli uomini. Siamo salvati nel suo nome (cf At 2,21; Rm 10,13), cioè quando entriamo in contatto con il suo mistero di salvezza (cf Gaudium et spes, 22).
Atto penitenziale
KYRIE ELEISON (J. Berthier) – RN 2
oppure
KYRIE – cum jubilo (G. Durighello)
http://www.gianmartinodurighello.it/messa-di-natale/
oppure
SIGNORE, FIGLIO DI DIO (M. Frisina in Aa. Vv., Natale- 1 Gennaio – Epifania, Ed. Paoline 1996)
Gloria
GLORIA – cum jubilo (G. Durighello):
http://www.gianmartinodurighello.it/messa-di-natale/
oppure
GLORIA (J. Berthier) – CdP 222
oppure
GLORIA IN EXCELSIS DEO (J. P. Leçot) – RN 8
oppure
GLORIA IN EXCELSIS DEO (gregoriano) – RN 7