CONTATTI
Vicaria: Sesta, già Palestrina
Indirizzo: Via Provinciale 37 – loc. Carchitti - 00036 Palestrina (Rm)
Tel./Fax: 06 95 86 004
SACERDOTI
Amministratore Parrocchiale: Don Casimiro Sowa
ORARIO DELLE SANTE MESSE
PERIODO INVERNALE
Giorni festivi: 8.30 - 10.30 - 17.00
Giorni pre-festivi: 17.00
Giorni feriali: 17.00
PERIODO ESTIVO
Giorni festivi: 8.30 - 10.30 - 17.00
Giorni pre-festivi: 18.00
Giorni feriali: 18.00
DOVE SIAMO
CENNI STORICI
La chiesa originaria, molto modesta, con un solo altare e icona di San Francesco Saverio ricordata dal Card. Spinelli nella Visita pastorale del 1754, era priva di sagrestia e aveva un piccolo armadio accanto all’altare per le sacre suppellettili. Nella stessa frazione fu costruita un’altra chiesa in sostituzione della precedente, in tempi non lontani, sul progetto dell’ing. Annibale Bernardini. Fu eretta a parrocchia il 1 ottobre 1945 da mons. Giuseppe Puliti, vicario generale, con mandato speciale del card. Carlo Salotti. Venne riconosciuta civilmente con decreto del Presidente della repubblica il 28 settembre 1948. Demolita nel gennaio 1965, perché pericolante, fu ricostruita per interessamento dell’allora parroco don Giuseppe Borgna, su disegno dell’Arch. Guglielmo Lulli. Il successore, don Domenico Bernardini, ha arricchito il tempio di una cappella, dedicata all’Immacolata, sulla cui parete centrale domina, tra due pannelli marmorei recanti figure in bassorilievo, la statua della Vergine, anch’essa di marmo, la quale sovrasta un mappamondo in rame sbalzato, che funge da tabernacolo: opere dello scultore Aldo Sergiacomi. Il tempio, munito di piccolo vestibolo, presenta un’ampia navata con presbiterio rialzato. Negli anni 1986-88 è stato ornato di artistiche vetrate. Nel 1988 è stato dotato di un artistico crocifisso scolpito in legno da Vincenzo Demetz. Il crocifisso è stato donato da Giovanni Paolo II per interessamento di Don Luigi Sguardi. Annessi alla chiesa, la casa parrocchiale, locali per le attività religiose e ricreative e un attivo oratorio.
Eretta il 22 settembre 1985 da mons. Renato Spallanzani, vescovo diocesano, e riconosciuta civilmente il 15 novembre 1986 con decreto del Ministero dell’Interno, ha come sede la chiesa di Santa Maria delle Grazie, della cui fondazione non si ha memoria, ma certamente è molto antica. Il 9 ottobre 1573 fu concessa ai padri Carmelitani di Sant’Antonio dal Card. Giulio della Rovere. Secondo Cecconi, l’erezione della chiesa è legata a singolari prodigi: “ Vi era, per quanto narrasi, in Palestrina una povera e innocente fanciulla, che nel giorno mendicando per la città il vitto ritiratasi la sera in campagna fra una siepe di spine. La seguì più volte un giovinastro, il quale, avendo osservato che appena ivi giungeva quella divota verginella, le apriva il roveto prodigiosamente la strada, ne sparse la fama per la città; e ne venne che la donzella sopra di ciò interrogata, disse con innocente semplicità ch’era ivi una benigna Signora col Figliuolino nel seno, da cui era caritativamente accolta dentro una piccola Cona. Propalatasi questa novella corsero molti per naturale curiosità a tagliare quello spinaio; e vi trovarono un’immagine di Maria col Divin Verbo sulle braccia. Non può spiegarsi quale fu allora la moltitudine del popolo che vi concorse; e quali, e quanti furono i benefizi, che si degnò di profondere pietosamente Iddio verso gli adoratori di quella sacra effige. […] In gratitudine di così singolari prodigi vi fu in breve tempo eretta una Chiesa.”. Oltre all’altare maggiore, la chiesa era ornata da altri due altari, non più esistenti, eretti nel 1605 da padre Sebastiano Fantoni quando provvide a ingrandire anche la chiesa, dedicati a Sant’Anatolia Vergine e Martire e alla Madonna del Carmine. Il tempio fu meta di pellegrinaggi degli abitanti di Palestrina e dei paesi vicini. Gravemente danneggiato dagli ultimi eventi bellici, il sacro edificio fu riparato da padre Mariano Zaralli, il quale, in seguito ne promosse e realizzò, con il contributo statale, il totale restauro e la realizzazione, in facciata, di un mosaico raffigurante la Beata Vergine. Nel settembre 1988, il parroco, Don Augusto Iacobini, fece realizzare una vetrata raffigurante il martire Sant’Agapito con ai lati i Santi Martiri Anastasio e Porfirio. Annessi alla chiesa la sagrestia e la casa parrocchiale ricavata nei locali abitati dall’eremita.